Smartphone

Smartphone: l’amico dei bambini

Sono anni che dico che lo smartphone va bene per i bambini. Dipende, naturalmente da come lo si usa…

Ti offro qualche consiglio e qualche criterio di valutazione per cercare di capire meglio come far usare lo smartphone a tuo figlio/a e, soprattutto, come usarlo assieme. Prima di farlo, però, ti chiedo solo di leggere ancora il pezzo sulle foto dei bambini sui social che ho scritto tanto tempo fa. Ti servirà per poter comprendere che se posti l’immagine di tuo figlio sui social ora più che mai lo fai per tuo egoismo e tradendo l’innocenza del tuo bambino (che ha diritto a essere preservata). Se non lo inquadri, tuttavia, si apre un mondo.

Lo smartphone allena la multisensorialità

I bambini, in questo periodo, debbono usare smartphone e tablet per molti motivi, il primo dei quali è la scuola. È superfluo, ma va detto subito che devono avere anche alternative “vecchie” e analogiche per passare il tempo durante la giornata. Tuttavia si possono giovare molto anche delle device per fare cose di grande bellezza e di grande importanza, sviluppando la multisensorialità. Stabilisco subito la differenza fra l’uso buono e l’uso cattivo dello smartphone. Se lo smartphone propone cose che rendono il bambino passivo, intento solo nella visione e nell’ascolto, beh, l’uso a tempo lungo non è buono. Il bambino tenderà a dipendere da questi contenuti che gli danno appagamento subito.

Se lo smartphone, invece, fa diventare il bambino che gli sta davanti attivo almeno per tre sensi (ammesso che i primi due, vista e udito, sono sempre in funzione), allora il discorso cambia. Per interagire con lo smartphone deve impegnarsi e l’impegno presuppone attenzione, riflesso, azione. Il primo pensiero va ai videogiochi, ma spesso ci si dimentica che i libri multimediali possono essere anche meglio dei videogiochi.

I libri multimediali.

Audio, video, testi, foto, scrittura, azione. In questi giorni ho visto mio figlio Davide lavorare sul libro multimediale di inglese e ho capito subito la differenza di profondità che dava a lui l’esperienza di trovarsi davanti a un libro di quel genere. Ogni volta che gli capita di utilizzarlo, fa sempre due tre pagine in più di compiti rispetto al previsto. Dopo un gran casino iniziale le scuole di sono messe a dare cose da fare a un certo ritmo che, per i bambini della primaria in particolare, non è forsennato. Ai ragazzini, quindi, restano molti spazi nei quali poter fare attività didattico-ludiche che I libri multimediali, di conseguenza, o otrebbero essere determinati per far loro sopportare meglio questo periodo. Ecco perché abbracciare il mondo dei libri multimediali con lo smartphone è un’operazione determinante. Avendo questo genere di pubblicazioni davanti, potrebbero imparare più cose senza accorgersene, stimolando più sensi in contempoanea.

I videogiochi.

Mai più di mezz’ora al giorno e con una predilezione per quelli che fanno ragionare. Le immagini con cambi violenti di colore possono provocare problematiche che sono state già evidenziate da molti studi. Sto parlando di problematiche legate agli attacchi di epilessia. A mio avviso, poi, ci sono problemi di dipendenza e di sviluppo di ossessione del gioco, ma se si segue il ragazzo nel suo percorso e nella scelta del gioco il discorso cambia.

In casa mia, per esempio, scattano i timer di Alexa e quando finiscono I 30 minuti non c’è storia: si smette. Tuttavia ritengo che abbiano validità nell’interazione con il bambino quando favoriscono il ragionamento, la logica, il pensiero laterale e la strategia. Da bandire, specialmente per i bambini sotto i 10 anni gli “spara tutto”, ma sul resto si può giocare. Guardate insieme a lui quale può essere il migliore e, quando gioca, mettetelo vicino a voi.

Lo smartphone non è una babysitter

Lo smartphone non è un tuo sostituto, ma è uno strumento con il quale aiuti il bambino nel suo percorso di crescita. Sinceramente voglio anche sfatare un mito. Nel suo libro “IPhone Millionaire”, il giornalista americano Michael Rosemblum, ha affermato che, in questa epoca, si passa quasi 55 anni della vita davanti a uno schermo. Pensateci: tv, pc, display, visori, tablet, smartphone. Spesso diamo allo schermo dello smartphone una connotazione negativa che deriva da uno stereotipo abbastanza assodato: pensiamo che lo smartphone rincoglionisca i nostri figli così come rincoglionisce noi. È vero su di noi, un po’ meno sui nostri figli.

Ti serve una guida.

Osservo da anni le azioni e le operazioni della Common Sense Media, una fondazione americana che analizza e racconta, in termini positivi, il mondo dei bambini e il mondo della tecnologia che li circonda. Sul loro sito, che puoi trovare qui, trovi elementi per capire l’interazione tra gli algoritmi dei giochi e delle device e il tuo pupo o la tua pupa. Ci sono libri, app, videogame, film recensiti a migliaia con il criterio di essere elementi che aggiungono qualcosa di valoriale al mondo di tuo figlio.

Il sito di Common Sense è un punto di riferimento internazionale: ti aiuta a capire molte cose su quello che realmente lo smartphone può fare per regalare cose importanti al tuo bambino senza che tu lo utilizzi come una bambinaia. Lo smartphone è buono, è amico dei bambini, se lo si usa con attenzione si rivela un compagno importante dei bambini in questi tempi così difficili. Ora che il tuo tempo si è dilatato, è il caso di mettersi lì a lavorare sulla cosa, per scaricare nuovi strumenti e nuovi modi di dare una guardata al mondo attraverso lo schermo dello smartphone. Adesso non fa male, tanto dobbiamo stare in casa. Poi si troverà il modo di usarlo anche per fare cose molto analogiche.


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