Torre Maura, la lettera del padre di Simone: “Sì, è mio figlio”

“‘Si è mio figlio”. Comincia così la lettera aperta di Walter, il papà di Simone, il ragazzino di Torre Maura divenuto un’icona social dopo il video che riprende il suo confronto con il responsabile di CasaPound nel Lazio Mauro Antonini durante la rivolta del quartiere contro la decisione di portare in un centro di accoglienza della zona 70 rom.

Carissimo papà, ho letto la tua lettera e ho pianto. Molto. Ho pianto per la rabbia che mi ha provocato vedere come hanno trattato altri ragazzi di recente e ho pianto per la felicità di sapere che ci sei anche tu, papà Walter. Ho pianto per la felicità di vedere come tu, invece, hai trattato tuo figlio Simone dopo i fatti di Torre Maura.

Mi hai davvero commosso e riconciliato con il ruolo di padre che molti, troppi italiani della mia generazione non sanno interpretare, non sanno vivere. Mi vergogno spesso di quello che vedo, mi vergogno molto di padri che sbattono in pubblico i propri figli per spicci interessi e di genitori che si fanno sostituire da uno smartphone perché stanno pensando a chissà cosa. Invece tu ci hai dato una lezione pazzesca che non voglio far passare sotto silenzio. Peraltro ben coadiuvato dai professori di Simone che hanno, addirittura, dovuto difendere la sua capacità di parlare in italiano e le sue qualità.

 

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Il tuo amore per tuo figlio e per Torre Maura.

Sono convinto, caro Walter, che avrai avuto degli assalti in casa per strappare un’intervista al ragazzo. Questo mondo degli adulti è così povero che ha bisogno di eroi ragazzi da sbattere in prima pagina. Forse qualche chiacchierata con qualche cronista l’avrete anche fatta, ma tu sei sempre stato presente. Si vede.

Nella lettera hai anche detto, fra le prime cose, che l’immagine di Simone è stata messa in evidenza senza il permesso dei genitori e questo fa ti te un eroe ai miei occhi. Pensa che ho trovato senza pixel in faccia il video di tuo figlio anche sull’account del Partito della Rifondazione Comunista. Una vergogna.

Sono altresì sicuro che il ministro Salvini non vi chiamerà per una benemerenza o per un incontro. Già, perché i suoi amichetti di Casa Pound sono molto più importanti di te, Walter. Anche della tua famiglia o delle buche di Torre Maura. Sono più importanti i tornacconti per perpetuare il proprio potere che il bene dei nostri figli (perfino dei suoi figli). Mi ha stupito l’amore che hai mostrato per tuo figlio mettendoti davanti a lui e schermandone la sua immagine, anche davanti a chi l’aveva messa alla berlina e davanti a chi potrebbe, da subumano qual è, prendersela con lui per quello che ha detto.

A cosa mi riferisco? Mi riferisco alla violenza fatta a tuo figlio mettendo in bella mostra la sua faccia mentre si batteva con un subumano fascista. Già, perché chi è fascista non è umano. A nessuno è venuto in mente di pensare che, conoscendone il volto, qualche compare di questi signori potrebbe volere vendetta? Niente, nessun ritegno.  Però poi sei entrato sulla scena tu. Gigantesco con il tuo amore per tuo figlio e il tuo orgoglio ad avere un figlio cosi e con il tuo affetto per Torre Maura.

Una lezione assoluta (che nessuno ha capito).

Simone è sparito dall’agone mediatico subito, protetto da te, dalla sua mamma e dai suoi professori. Ehi, fai i complimenti anche a loro. Però nessun benpensante, nessun giornalistone, nessun politico, ha pensato una cosa semplice. Da questa scena siete usciti come assoluti protagonisti voi che avete protetto il ragazzo e che lo avete fatto rientrare nei suoi ranghi di giovane che sta crescendo in libertà. Non se n’è accorto nessuno. Niente comparsate in tv, nessuna passerella, nessuna richiesta di cittadinanza o di un lavoro, nessuna mano tesa.

I suoi pensieri, i pensieri del tuo ragazzo, dico, non sono arrivati a me e quindi non sono stati usati da questa propaganda o quest’altra, dalla macchina del consenso salviniana, dal popolo degli onesti (mah) o dalla sinistra col cachemire. Nessuno ha capito o ha voluto evidenziare che ha vinto il buon senso di un padre e della sua famiglia, fiera di avere un Simone in casa e impegnata nel diritto di non strumentalizzare Simone. Siete stati bravissimi, ci avete impartito una lezione assoluta. Non so che lavoro fai, Walter, non so il tuo cognome, non so chi sei, ma sappi che mi hai riconciliato con la splendida consistenza e la forza d’animo e di valori dei padri italiani. La forza del buon senso e delle brave persone. Io ho avuto un grande papà, io spero di essere un grande papà, tu sei un grande papà.

Una lettera appassionante.

Ho letto e riletto le tue righe. Con parole chiare, ferme, prima hai difeso Simone e hai fatto sapere tutto il tuo orgoglio ad averlo come figlio. Poi hai puntato il dito verso chi non lo ha difeso coprendolo (vergogna, schifosi). Infine hai messo il mirino dove andava messo: su Torre Maura. Hai raccontato cos’è e cosa dovrebbero fare i nostri lontanissimi governanti per poterla aiutare, un posto dove da troppo tempo le buche sono uguali a se stesse. Hai anche dato una lezione politica sottolineando che la politica dovrebbe servire la gente. Non certo usarla. E’ una lettera dal valore civile altissimo, una lettera che apre il cuore alla speranza. Padri come te ci sono e sono tanti. Figli come simone ci sono e sono tanti. In questo paese bellissimo, ammorbato dalla rabbia e dall’ignoranza, avranno la meglio quelli come te, i quali stanno allevando figli come Simone.

Ti chiedo una cosa e ti faccio una promessa.

Spero che tu, un giorno, mi faccia l’onore di conoscerti di persona per poterti stringere la mano e ringraziarti. Magari per ringraziare anche Simone. Se posso fare qualcosa per te dimmelo. Mi sento di salutarti facendoti una promessa: cercherò di stare nelle orme che hai lasciato sul cammino che stiamo facendo in questo periodo in cui fare il padre davvero è dura. Sollevato dal fatto che, da qualche parte a Roma, ci sei anche tu. E c’è tuo figlio. 

Ti mando un grande abbraccio. Grazie.

Francesco