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#iosonoqui: quando Facebook diventa bello

Sono membro del gruppo su Facebook #iosonoqui. Vuoi sapere cos’è?

Te lo spiego, ma faccio una premessa: tempo fa ho scritto diffusamente di una delle cose peggiori che stiamo vivendo sul social di Mark Zuckerberg: questa qui. Con una falsa rappresentazione della realtà il social ci mette davanti a un continuo allarme, a un continuo imbarbarimento del mondo. C’è un piccolo problema: è falso. Noi crediamo che i nostri rapporti sociali siano quello che vediamo nel nostro telefono, ma quando alziamo lo sguardo dallo schermo scopriamo che c’è molto di diverso. Ecco, adesso ho scoperto che anche Facebook ha dentro una cosa molto molto bella che si chiama #iosonoqui. E’ un gruppo di attivisti digitali nato in Svezia (gli svedesi quando c’è da usare il social principe sono piuttosto bravini), il quale ha, come missione, riequilibrare con il buonsenso e il rispetto tutto il fiume di odio che gira sulle pagine del social network.

Ecco di cosa si tratta

Il progetto svedese si chiama #jagärhär (impronunciabile, lo so) ed è un gruppo di contrasto dell’hate speech che si attiva quando i leoni da tastiera cominciano a vomitare odio su qualche pezzo di giornale, qualche link specifico. Qui potete trovare il manifesto della loro azione. Niente politica, solo rispetto, gentilezza, bontà che riequilibrano i commenti negativi (bellamente evidenziati dall’algoritmo perché sostenuti da molti like), con un modo positivo di sottolineare l’evento, la situazione.  Come papà penso che sia un mio dovere rendere i social un posto migliore. Loro lo stanno facendo. In Svezia sono 70 mila, in Germania 50 mila: prova a pensare dove finiscono i razzisti e i fascisti se li sovrasta un mare di bontà. #iosonoqui ha fatto diventare Facebook un posto bello. In Italia siamo poco meno di 2 mila, ma siamo proprio… belli.

Alcuni passi del manifesto…

Vogliamo che internet e i social media divengano un posto migliore
Vogliamo che i social media siano un luogo di sano, positivo e costruttivo confronto
Vogliamo che le notizie false o manipolate non trovino spazio sulle bacheche.

Lo facciamo alimentando le conversazioni con rispetto, apertura, gentilezza ed educazione
Lo facciamo diffondendo notizie vere e censurando quelle false
Lo facciamo non diffondendo odio, pregiudizi o pettegolezzi

E poi ancora:

Siamo le sentinelle della ragione, la nostra arma è il rispetto, la nostra forza è il gruppo e la coesione

Combattiamo l’odio diffuso sui social media, la violenza verbale, i troll
Contrastiamo la diffusione delle Fake News e della disinformazione
Ci battiamo contro ogni intolleranza, il razzismo, il sessismo e l’ineguaglianza
Difendiamo con positività e razionalità le persone attaccate sulla rete

Incoraggiamo e supportiamo ciascuno perché possa esprimere il proprio pensiero in maniera rispettosa
Partecipiamo anche solo con un like quando non abbiamo commenti sensati da fare

Siamo politicamente neutrali e non sosteniamo alcuna visione politica o religiosa
Focalizziamo la nostra azione a favore della democrazia, dell’inclusione, della libertà di parola e dei diritti

Grandi donne dietro questo fenomeno.

Questo è uno splendido esempio e un modello di come dovrebbe essere vivere sui social. Splendido anche pensare che sa nato dal genio femminile. Donna la fondatrice del movimento , Mina Dennert, donne le fondatrici e gran parte delle amministratrici italiane. Al centro la necessità di agire per spazzolare via la rabbia, l’aggressività e l’odio che, ormai, trabocca dai nostri telefonini. Se vuoi sapere quello che pensano queste meravigliose persone (fra queste anche persone che conosco molto bene), vai a vedere i link agli articoli.

Se, tuttavia, sei un papà o una mamma, ti dico una cosa sola: entra a far parte del gruppo e agisci. Queste persone stanno lavorando anche per te, affinché Facebook non sia soltanto una clamorosa macchina della manipolazione del consenso, dell’odio e della rabbia, ma anche un posto dove tuo figlio possa stare serenamente (se c’è già) oppure entrarci serenamente se ancora non c’è.

 


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