Sto ritornando a casa dopo una giornata milanese passata sotto la pioggia.
Il tram mi riporta verso la Bovisa e colgo l’occasione per riflettere su un’altra delle cose che, nella vita digitale di oggi, non mi va per niente bene. A cosa mi riferisco? Mi riferisco al fatto che il web e la vita digitale non ci permettono di essere lenti. Ormai la possibilità che ci è data dalla tecnologia di fare più cose contemporaneamente ci impone un ritmo forsennato per ogni compito, per ogni lavoro, per ogni minimo traguardo. È un problema che vedo chiaramente emergere nei volti, nei cuori e nelle teste dei giovani giornalisti con cui mi capita di lavorare o a cui mi capita di insegnare la materia del mobile Journalism.
Sembrano tutti presi dal sacro fuoco “della pubblicazione immediata”, Anche se lavorano per una delle tante pubblicazioni che sta buttando fuori la stessa notizia in quel momento. Vanno velocissimi e fanno a meno della cura, della verifica, ma anche della possibilità di accorgersi di cose che con la rapidità di esecuzione di un lavoro, inevitabilmente, si perdono.
Io caccio una frenata
Io ho deciso di cacciare una frenata decisa al ritmo della mia vita e gli effetti positivi si sono visti. Ormai è due anni che porto avanti questo modo di stare al mondo e i risultati dicono che ho realizzato molte più cose di quelle che pensavo e continuato con costanza a mettere mattoni a tutti i muri portanti della mia nuova avventura di vita. Cercando di instaurare un ritmo lento e costante ho evitato un sacco di stronzate e scoperto un sacco di cose nuove.
Sinceramente ho anche visto delle cose che prima non vedevo.
L’ultima riflessone che faccio me l’ha regalata una grande amica e scrittrice come Federica Sgaggio. Essendo lenti potremo anche accorgerci che esiste una strepitosa schiera di persone che, nella nostra vita digitale, ha di nuovo imparato a dire “Ti voglio bene“ sentendolo veramente. Se sei lento ti accorgi dei like veri e dei cuori falsi e di come un messaggino possa autenticamente scaldare il cuore. Le nostre relazioni virtuali sono reali e gli stronzi che non lo hanno capito sono quelli che vanno velocemente. Che sanno, ma non leggono. Che parlano, ma non ascoltano. Che corrono, ma non si fermano.
Andate pure. Io arrivo, dove voglio arrivare, con calma.